Vincolo paesistico ambientale ai sensi del D.Lgs. 490/99 Titolo II (ex Legge 1497/39) sull’area di Porta Venezia, in vigore dal 6 febbraio 2003

 

 

 

Verbale n. 3 del 27.11.2002 della Commissione Provinciale per le Bellezze Naturali di Milano

 

 

Si dà inizio alla trattazione congiunta del terzo e quarto punto all’ordine del giorno, concernente-la proposta di estensione del vincolo paesistico ambientale apposto con D.M. 9/5/5 3 sui Viali Majno e Bianca Maria di Savoia o 1’ apposizione di un nuovo vincolo d’insieme sull’area di Porta Venezia.

L’Arch. Pedrotti illustra sinteticamente le risultanze del supplemento di istruttoria richiesto dalla Commissione nel corso della seduta del 29/5/02 durante la quale era stato proposto di valutare sia la possibilità di ampliare l’ambito interessato dall’estensione vincolo al fine di arrivare a configurare un insieme organico di vincoli che tuteli tutti gli elementi strutturanti e caratterizzanti il particolare assetto paesistico, sia di elaborare una proposta di criteri generali per l’intervento sugli edifici esistenti, con particolare attenzione agli interventi di recupero dei sottotetti.

Nel corso dell’istruttoria è stata presa in considerazione anche una ulteriore richiesta di assoggettamento a tutela paesistica dell’area di Porta Venezia, pervenuta agli uffici regionali in data 17/6/02.

In considerazione delle motivazioni addotte dalla succitata ulteriore richiesta di vincolo e a seguito dei risultati delle verifiche istruttorie e in loco, è emersa l’opportunità di estendere l’ambito da sottoporre a tutela, che si configura come un nuovo vincolo a sé stante non più considerabile quale estensione di quello già vigente sui Viali Majno e Bianca Mafia.

La Commissione a seguito di approfondita discussione ritiene di ampliare il perimetro del vincolo al fine di ricollegarsi al vincolo apposto con D.M. del 22/6/65, a tutela del sistema di via Morgagni, in quanto si ritiene di rilevante interesse paesistico il sistema a tridente che connette Viale Regina Giovanna con Piazzale Lavater che rappresenta un elemento significativo dell’impianto ottocentesco di questa parte di Milano.

 

Essendo stati completati la presentazione e l’esame della proposta di vincolo sull’area di Porta Venezia,

 

 

LA COMMISSIONE

 

 

Visti gli artt.138 e 139 del D.Lgs. 490/99 Titolo Il Capo I

 

Visti gli artt. 9 e 10 del regolamento di attuazione della legge 1497/39 (Ora D.Lgs. 490/99 Titolo II), approvato con R.D. 1940, n. 1357,

 

Visti gli artt. 1,2 e 7 l.r. 57/85, così come modificata e integrata dalla l.r. 54/86,

 

Riscontrata l’opportunità di apposizione del vincolo sull’ambito di Porta Venezia per le motivazioni di seguito riportate:

nell’area sono rilevabili numerosi elementi di pregio fra cui, le essenze arboree ornamentali, gli edifici storici e le visuali paesistiche significative ed in particolare:

-      la consistente presenza arborea nella piazza Oberdan che prosegue idealmente con i filari di viale Piave e di via Vittorio Veneto;

-      gli edifici ai civici 8, 10 e 12 di piazza Oberdan che risalgono alla fine del 1700;

-      il tracciato di via Spallanzani lungo il quale, tra il 1810 ed il 1890, è sorto uno dei primi quartieri esterni alle mura spagnole; nel cortile del civico 10 è presente inoltre l’unico tratto ancora scoperto della Roggia Gerenzana che attraversa Milano dalla Martesana a Rogoredo;

-      la via Malpighi, caratterizzata dalla presenza di edifici in stile Liberty ed eclettici di grande pregio fra cui quelli progettati dall’architetto Giovanni Battista Bossi;

-      il complesso dell’albergo Diana con il suo giardino interno costruito nel 1908 in stile dall’architetto Manfredini; gli edifici di fine ottocento presenti sulle Vie Melzo, Frisi e Lambro che hanno conservato intatti i caratteri originari;

-     il significativo edificio Liberty (ex-cinema Dumont), sito all’angolo delle vie Frisi e Melzo, costruito nel 1910 dagli architetti Tettamanzi e Mainetti per ospitare uno dei primi crnematografi di Milano, oggi sede di una biblioteca rionale;

-     le tre scuderie della SAOM site in via Sirtori 26 e 32, di cui una ancora intatta al civico 32, con la sua struttura a due piani caratterizzata dalla presenza di colonne di granito al piano terreno e struttura a capriate in legno al primo piano;

-     il “tridente” di strade che connette viale Regina Giovanna con Piazzale Lavater, felice esempio di impianto urbano ottocentesco nel quale la doppia alberata di Via Pancaldo costituisce una presenza ambientale di particolare pregio.

Si ritiene pertanto opportuno assoggettare a tutela l’ambito in considerazione dei significativi elementi architettonici, naturalistici e percettivi summenzionati e del riconoscimento dello stesso quale elemento di raccordo di una serie di scenari urbani di notevole valore paesaggistico, in tal senso la zona con i viali alberati, le macchie arboree, l’architettura ottocentesca degli edifici e gli importanti esempi dell’architettura liberty ed eclettica, caratterizzati da un assetto compositivo delle facciate concluso che comprende anche le coperture, concorre nel suo insieme a creare un unico scenario urbano articolato attorno all’area di Porta Venezia che è da ritenersi meritevole di tutela. Questo brano di città rappresenta infatti un felice esempio di stratificazione storica che documenta lo sviluppo di un impianto urbano di rilevante interesse paesistico per complessità di elementi architettonici e naturali e qualità percettive;

 

all’unanimità di voti palesemente espressi,

 

 

delibera

 

 

Di proporre per l’inserimento nell’elenco relativo alla provincia di Milano, delle località di cui al comma c - art. 139 del D.lgs 490/99 e per il conseguente assoggettamento alle norme sulla tutela delle bellezze naturali, l’area ubicata nel comune di Milano come di seguito delimitata:

 

partendo dall’incrocio fra via Tadino e via Lazzaro Palazzi e proseguendo in senso orario, si percorre via Palazzi fino ad incrociare corso Buenos Aires attraversato il quale si prosegue lungo via Melzo fino all’incrocio con via Spallanzani che si segue fino all’incrocio con viale Regina Giovanna che si attraversa per seguire poi il perimetro di piazza Santa Francesca Romana, proseguendo fino all’incrocio con via Cadamosto, si percorre quindi quest’ultima fino a ricongiungersi col lato sud del perimetro del vincolo apposto con D.M. del 22/6/65, seguendolo fino ad incrociare la via Ramazzini, per attraversare ancora viale Regina Giovanna e ricongiungersi a via Larnbro, che si percorre fino ad incrociare la via Sirtori, da qui si segue il limite sud dei mappali 228 e 227 e quindi su Viale Piave il perimetro ovest del mappale 227 per attraversare il viale stesso in corrispondenza del limite sud del mappale 190, si prosegue nella stessa direzione lambendo i limiti meridionali dei mappali 201, 203 e 197 per poi attraversare viale Majno congiungendosi al limite verso piazza Oberdan del vincolo apposto con D.M. 13/2/61, attraversato corso Venezia si prosegue lambendo i giardini per attraversare i Bastioni di Porta Venezia in corrispondenza dell’incrocio tra viale Vittorio Veneto e via Tadino si segue quindi viale Vittorio Veneto fino all’incrocio con via Lecco e si percorre quest’ultima fino all’incrocio con via Panfilo Castaldi, si segue quindi questa, procedendo verso corso Buenos Aires, fino ad incrociare via Tadino seguendo la quale, procedendo verso viale Tunisia ci si ricongiunge al punto di partenza.

I sedimi delle vie citate e gli affacci degli edifici su di esse, o parti di esse, sono da ritenersi inclusi nell’ambito assoggettato a tutela con le seguenti eccezioni:

via Frisi, via Lambro, via Vittorio Veneto (fra via Tadino e via Lecco), via Lecco (tratto fra via Vittorio Veneto e Panfilo Castaldi), via Panfilo Castaldi (tratto tra via Lecco e via Tadino), via Tadino (tratto fra via Panfilo Castaldi e via Lazzaro Palazzi ) e via Cadamosto;

nei suddetti casi il perimetro dell’ambito assoggettato a tutela si appoggia al perimetro degli isolati inclusi nell’ambito stesso.

 

Di inviare al Comune interessato la presente deliberazione e gli allegati cartografici (estratto catastale e CTR 1:5.000) con l’indicazione della delimitazione del vincolo, che ne costituiscono parte integrante, al fine della pubblicazione all’Albo Pretorio ai sensi del comma 5 art. 140 del D.Lgs 490/99 — Titolo II — capo I.

 

 

Di proporre i seguenti criteri di gestione relativi alla tutela dei prospetti sugli spazi pubblici:

 

Criteri generali

Considerato il valore intrinseco di molti edifici e soprattutto il valore delle cortine edilizie quale componente fondamentale di questo brano di paesaggio urbano, si indicano alcune cautele da tenere presenti negli interventi sui manufatti esistenti al fine di tutelare i caratteri qualificanti la scena urbana e la continuità delle prospettive.

Tutti gli interventi sugli edifici, compresi quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria, dovranno tenere in attenta considerazione gli aspetti compositivi e i caratteri stilistici e materici originari, con particolare riferimento alla scelta coerente dei materiali e dei colori di finitura e dei serramenti nonché al rispetto di tutti gli elementi decorativi presenti.

Gli interventi a modifica delle coperture o dei piani terra dovranno inoltre rispettare gli specifici indirizzi sottoindicati.

 

Criteri per interventi su sottotetti e coperture

Nella ipotesi in cui il coronamento dell’edificio, anche per le parti soprastanti la linea di gronda, costituisca elemento integrale della composizione architettonica, ogni eventuale intervento edilizio tendente al recupero o alla creazione di nuovi spazi abitabili al livello sottotetto dovrà assicurare l’integrale conservazione dell’assetto formale della copertura e non potrà comportare nuove opere visibili dagli antistanti spazi pubblici.

Ogni eventuale modifica necessaria ad assicurare i rapporti aero-illuminanti o i requisiti igienici per tali spazi abitabili potrà essere prevista, entro limiti strettamente indispensabili, solo sulle parti dell’edificio prospettanti sui cortili interni o cavedi.

Allo stesso modo, non potranno essere ammesse modifiche dei coronamenti e delle coperture, o aperture sui prospetti visibili dagli antistanti spazi pubblici, in tutti i casi in cui l’edificio, nel suo aspetto complessivo, faccia parte del contesto formale consolidato della scena urbana, da salvaguardare quale valore complessivo.

In tutti gli altri casi, gli interventi finalizzati a rendere abitabili i sottotetti dovranno essere realizzati sulla base di un progetto generale che consideri l’intero edificio in modo coerente.

Le soluzioni adottate dovranno prendere in attenta considerazione gli aspetti compositivi e le caratteristiche architettoniche e metriche dei singoli edifici, analizzandone l’impianto tipo-morfologico, i rapporti pieni-vuoti, i caratteri decorativi nonché la percepibilità dell’intero organismo architettonico, delle facciate, del piano attico e della copertura dalla strada ed in genere dagli spazi di uso pubblico, con particolare attenzione ai rapporti con l’edificato contiguo o prospiciente.

Gli interventi dovranno proporsi non come “aggiunte” superfetative o “sovrapposizioni” ma quali integrazioni organiche dell’edificio, prendendo in considerazione la ridefinizione complessiva del piano attico in una logica di ridisegno organico della facciata.

Nel caso di edifici maggiormente percepibili dagli spazi pubblici, il progetto dovrà farsi carico di verificare i rapporti anche con gli edifici contigui e prospicienti per evitare dissonanze nell’insieme o alterazioni dell’equilibrio complessivo del contesto urbano.

 

 

Criteri per interventi sui piani terra

Gli interventi di trasformazione dei piani terra dovranno essere realizzati sulla base di un progetto generale che riguardi l’intero edificio, tenendo presente il rapporto con gli edifici contigui o prospicienti che partecipano alla definizione della stessa scena urbana e che intrattengono con l’edificio in oggetto evidenti e voluti rapporti formali.

Le soluzioni adottate dovranno prendere in attenta considerazione gli aspetti compositivi e le caratteristiche architettoniche e materiche dei singoli edifici, analizzandone l’impianto tipo-morfologico, i rapporti pieni-vuoti, i caratteri decorativi nonché la percepibilità delle facciate dagli spazi di uso pubblico e i rapporti con l’edificato contiguo o prospiciente. Qualora gli interventi proposti alterino le luci esistenti dovranno comunque rispettare il rapporto base/altezza delle aperture originarie e i caratteri morfologici e stilistici del piano terra: materiali di finitura, eventuale presenza di marcapiani, portali, fregi o altri elementi decorativi. Gli elementi innovativi del progetto dovranno comunque risultare coerenti per materiali e soluzioni tecniche con i caratteri materici e stilistici dell’edificio, con particolare attenzione alla scelta dei serramenti e delle finiture dei telai.

 

 

 

 

 

 

IL PRESIDENTE (Ing. Alberto De Luigi)                 IL SEGRETARIO (Arch. Anna Rossi)