La giunta regionale ha cambiato le norme che regolano le ristrutturazioni. L´assessore Boni: messo un freno al far west
Sottotetti, la nuova legge non piace
Blocco di 3 anni ma molte deroghe. Ds e Verdi: l´abusivismo resta
 

 

da Repubblica - 6 agosto 2005


È scontro in Regione sulla nuova proposta di legge sui sottotetti dell´assessore all´Urbanistica leghista Davide Boni. Il nuovo testo, approvato dalla giunta dopo quasi sette ore di discussione, prevede il blocco dei nuovi cantieri per tre anni, ma stabilisce molte deroghe. Dalla nascita di un figlio, alla presenza di anziani e portatori di handicap, alla necessità di dare un alloggio alle badanti, oltre a «gravi e documentate necessità familiari». Insorge l´opposizione di centrosinistra. «Che delusione la Lega che alla fine soccombe sotto le pressioni del centrodestra». Il testo precedente di Boni, infatti, chiedeva di estendere il blocco a 8 anni, sceso poi a cinque. Forza Italia, invece, ha fatto di tutto per ottenere una legge più permissiva. La norma voluta dal precedente assessore, il forzista Alessandro Moneta, prevedeva solo il generico criterio dell´esistenza degli edifici. «Se non c´eravamo noi il blocco sarebbe stato solo di due anni», ammette il capogruppo di An Roberto Alboni. Secca la replica di Boni: «Prima c´era il Far west, ora dei paletti».
ANDREA MONTANARI A PAGINA III


Stop alle costruzioni per i prossimi tre anni ma non per chi dimostrerà "esigenze strettamente familiari"
Sottotetti, è scontro sulle deroghe
L´assessore Boni: prima era il far west, ora c´è qualche paletto
ANDREA MONTANARI

Cambiano in Lombardia le norme sul recupero dei sottotetti. Dopo mesi di grande confusione, ricorsi al Tar per sbloccare i lavori e un acceso dibattito all´interno della Casa delle libertà, la giunta regionale, non senza qualche ulteriore scontro, ha approvato il nuovo progetto di legge dell´assessore all´Urbanistica leghista Davide Boni. La legge precedente, che era stata approvata sul finire della scorsa legislatura, portava la firma di un altro assessore, Alessandro Moneta di Forza Italia. E proprio un emendamento sui sottotetti presentato dal centrosinistra e approvato a sorpresa con l´aiuto di alcuni franchi tiratori aveva aperto la strada ai ricorsi. «Prima in Lombardia c´era il far west - ha sottolineato con soddisfazione l´assessore Davide Boni -. Ora finalmente abbiamo una norma».
La nuova legge fotografa la situazione esistente al 31 marzo di quest´anno (la data dell´entrata in vigore della legge Moneta). E stabilisce che non si potranno più costruire sottotetti, salvo che su edifici già esistenti in quella data o per i quali era stata presentata la denuncia di inizio attività entro il primo marzo.
Ma poi prevede tutta una serie di eccezioni, dettate da un generico criterio. Quello di sopravvenute «esigenze strettamente familiari» come: la nascita di un figlio, la presenza di anziani o portatori di handicap, la necessità di dare un alloggio a una badante, oltre ad altre «gravi e documentate necessità del gruppo familiare. Ma c´è di più. Ogni ostacolo cadrà in tutti i casi in cui la trasformazione del sottotetto in un appartamento riguarderà la prima casa per una coppia di sposi (come prevede la legge regionale 23 sulla famiglia). Ma in questo caso l´appartamento non potrà essere venduto per tre anni. Il nuovo progetto di legge, che ora dovrà essere approvato dal consiglio regionale, prevede che solo per le iniziative di recupero che comportano la realizzazione di nuove unità immobiliari, l´obbligo di trovare spazi per i parcheggi. In alternativa, si dovrà versare al comune della zona una somma pari al costo di costruzione del posto auto stesso.
Questa legge per la Lega è stato un cavallo di battaglia. L´assessore Boni in un primo tempo aveva presentato un testo più restrittivo, che prevedeva il blocco dei sottotetti per 8 anni, poi scesi a cinque. L´altra sera a tre. Quando per ammissione dello stesso Boni tutto stava per saltare un´altra volta. Dato che Forza Italia insisteva nel chiedere la deregulation. «Oggi almeno - ha spiegato l´assessore all´Urbanistica - ci sono dei paletti. Che dicono che chi non li rispetterà è fuori dalla legge».
Se nella maggioranza Forza Italia tace, è il capogruppo in Regione di An Roberto Alboni che s´incarica di far sapere «che gli azzurri volevano limitare il blocco dei sottotetti a soli due anni». Per poi aggiungere: «Siamo stati noi a proporre la mediazione a tre».
Nel centrosinistra, tra i più delusi i Verdi. «Spiace - sottolinea Carlo Monguzzi - che Boni alla fine abbia dovuto soccombere. La sua legge, in pratica, è un condono totale».


 

 

 











 

I PASTICCIONI TRAVESTITI DA LIBERISTI
LUCA BELTRAMI GADOLA
 

 

da Repubblica - 6 agosto 2005


Volete farvi un bel sottotetto senza por tempo in mezzo e senza logorarvi in inutili attese? Basta assumere una badante che si vuole tenere fissa in casa o dichiarare che un famigliare provvisoriamente sistemato nella mansarda è diventato invalido e non può più scendere le scale.
Sono due delle stravaganze del progetto di legge approvato dalla giunta regionale col quale si vorrebbe modificare la legge 12 marzo 2005, «Legge per il governo del territorio», quella approvata all´ultimo momento prima che la giunta stessa perdesse i suoi poteri legislativi per l´imminenza delle ultime elezioni.
Approvata con lo scarto di un solo voto, non dimentichiamolo. Quella dei sottotetti è una vicenda classica del panorama della legislazione urbanistica del centrodestra che ha due connotati: l´ansia di dimostrarsi liberisti in confronto al passato e poi la rozzezza caotica degli articolati legislativi.
Si può essere liberisti senza essere per questo degli incapaci pasticcioni nella delicata materia che è l´urbanistica. Tanto per riassumere i fatti la vicenda comincia con la Legge Regionale 15 luglio 1996 n° 15 dal titolo « Recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti».
Da quel momento i tetti di Milano sono diventati una sorta di Vandea edilizia. L´obiettivo dichiarato dalla legge era in gran parte condivisibile: in presenza di domanda di alloggi sarebbe stato preferibile aumentare la densità edilizia della città costruita piuttosto che consumare altro territorio non edificato.
SEGUE A PAGINA III


L´ANALISI
Siamo arrivati alla concessione di edificare a rate garantite
Pietà per i costruttori non per la bellezza
Nessuno parla dei diritti estetici che dovrebbero spettare alla città
Il liberismo edilizio adottato da incapaci pasticcioni genera il caos
LUCA BELTRAMI GADOLA
(segue dalla prima di cronaca)

Ricaduta positiva ulteriore sarebbe stata il miglior utilizzo delle infrastrutture urbane esistenti – reti di trasporto, acquedotti, fognature – senza bisogno d´ampliamenti.
Tutto bene in un paese civile ma non nel nostro, da decenni avvezzo a forzare la legislazione urbanistica e dove i reati di abuso edilizio sono un crescendo costante.
In realtà nessuno aveva stimato quali sarebbero state le dimensioni del fenomeno di utilizzo dei sottotetti – le previsioni in materia urbanistica da noi non si fanno e, quando si fanno, spesso sono artificiosamente manipolate – ma soprattutto nessun aveva pensato di indicare criteri che in qualche misura dessero un quadro di riferimento estetico a queste operazioni.
Ecco il finimondo: di tutto e di più in materia di orrendi abbaini o cappuccine che dir si voglia. I prospetti delle belle e decorose strade della Milano costruita dal ‘900 al ‘940 sono stravolti nella loro compostezza. E non solo quelli.
Di fronte alla sollevazione di massa il Comune cerca di arginare il fenomeno – i buoi sono in ogni caso scappati – attraverso norme restrittive che comunque di recente il Tar ha cancellato.
Nel frattempo il Tribunale di Milano si trova investito da una valanga di cause tra condomini, frontisti e confinanti. L´incertezza della norma.
Ci voleva un salvatore: si materializza nelle vesti di Davide Boni, assessore regionale al Territorio, con il suo progetto di legge.
Bisognerà esaminarlo con calma ma le dichiarazioni dell´assessore sono già da ora stupefacenti: «Sono molto soddisfatto - ha dichiarato l´assessore – per l´esito positivo di un lavoro che abbiamo condotto a ritmo serrato. Abbiamo scongiurato rischi di far west se non addirittura di speculazioni e risposto ai bisogni delle famiglie, in particolare delle giovani coppie, e alle esigenze di molti sindaci costretti ad affrontare decine di ricorsi al Tar».
Secondo il progetto di legge avranno di fatto diritto all´utilizzo dei sottotetti, senza alcuna restrizione, tutti i casi in cui l´intervento di recupero, effettuato come ampliamento dell´unità immobiliare esistente collocata all´ultimo piano dell´edificio, è reso necessario da esigenze strettamente familiari.
Lo saranno la nascita di un figlio, la presenza di anziani o portatori di handicap, la necessità di dare alloggio alla badante, o altre gravi e documentate necessità del nucleo familiare ma anche la prima casa per una giovane coppia.
Ne vedremo delle belle. Nessuno più di me vuole avere attenzione ai bisogni della gente, quelli veri, ma non dimentichiamoci mai che siamo un paese di finte pensioni di invalidità, di invalidi che giocano nei campionati di calcio, di lavoro nero, di falsi in bilancio legalizzati e di cittadini invitati dal loro primo ministro a non pagare le tasse.
In ogni modo questo vuole essere un progetto di legge rassicurante per tutti: se alla sua entrata in vigore avranno diritto di utilizzare i sottotetti solo gli edifici costruiti prima del 31 marzo 2005, quelli costruiti poi potranno dotarsi di un magnifico sottotetto tre anni dopo aver ottenuto l´abitabilità.
Insomma, se ho capito bene, siamo arrivati alla concessione di costruire a rate garantite: un bonus a scadere dopo tre anni.
Questa apparentemente caritatevole legge avrà pietà per tutti ma non per gli occhi e tantomeno per la bellezza della città. E di questo non si parla.
Una sola nemesi; dai piani alti del grattacielo Pirelli e da quelli ancor più alti ai quali ambiscono i faraoni dell´attuale potere, lorsignori godranno di uno spettacolo sempre più deprimente: i tetti di Milano.

 


 

 

 

Boni: sottotetti, le regole ci sono Monguzzi: vincono i costruttori
l´opposizione Noi saremo compatti ma sono sicuro che la Lega sarà coerente e ci verrà dietro
la mediazione È vero ho dovuto mediare con Forza Italia, il Consiglio chieda le modifiche
le costruzioni Abbiamo calcolato che in tre anni ce ne saranno 65mila in più per 100mila persone
i furbi Non posso pensare che tutti i potenziali fruitori del provvedimento siano dei furbacchioni
"Caro Davide troppe deroghe Il condono è una scelta sbagliata moralmente che neppure a te piace"
La nuova legge divide l´assessore e il rappresentante dei Verdi. Il leghista: "Così risparmiamo pezzi di territorio"
RODOLFO SALA
 

 

da Repubblica - 7 agosto 2005


Il progetto di legge regionale che regola la costruzione dei sottotetti li vede schierati su fronti opposti. Però ciascuno riconosce all´altro qualche merito, tanto che entrambi rimandano il dialogo a quando il provvedimento passerà al vaglio del Consiglio. Nel frattempo l´assessore leghista al Territorio Davide Boni (sua la firma al progetto approvato l´altro giorno dalla giunta del Pirellone) e il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, accettano il confronto proposto da Repubblica cercando di spiegare che cosa succederà a Milano e in Lombardia se e quando la nuova normativa entrerà in vigore.
Assessore Boni, si difenda. È sicuro che non si poteva fare di meglio? E lei, consigliere Monguzzi, non pensa che questa legge sia comunque meglio della completa deregulation?
Boni - «Di sicuro non c´è mai niente, per carità. Però quella che abbiamo approvato è una legge di buon senso. Intanto introduce delle regole che prima non esistevano. E poi io parto da un presupposto: i sottotetti fanno risparmiare pezzi di territorio che altrimenti verrebbero cementificati. Non posso pensare che tutti i potenziali fruitori del provvedimento siano dei furbacchioni convinti di fare quello che vogliono. Allo stesso tempo non penso neppure che gli ambientalisti vogliono riportarci alle biciclette. Ci voleva un compromesso, quello che è stato raggiunto mi sembra accettabile».
Monguzzi - «Ringrazio per il riconoscimento, però voglio entrare nel merito. Tutto quello che è stato fatto prima del 31 marzo del 2005 viene di fatto condonato. E si introduce una finta moratoria per quello che verrà fatto dopo, nel senso che bisogna aspettare solo tre anni per essere autorizzati a costruire nuovi sottotetti. Inoltre sono previste troppe deroghe, basta avere in casa una badante per il nonno e si può costruire. Il condono è sbagliato moralmente, appartiene a quella cultura di cui Boni, come me, si dichiara nemico. Abbiamo calcolato che fra tre anni, e solo a Milano, ci saranno 65mila sottotetti in più, con un incremento di popolazione che va dalle 100mila alle 150mila unità: vuol dire che ci vorranno almeno 100mila posti auto in più. Una nuova invasione di macchine, ma anche l´obbligo per il Comune di predisporre altri servizi: impensabile».
Boni - Noi abbiamo dati diversi: 30mila sottotetti in più all´anno. Comunque la legge impone che con i nuovi sottotetti si prevedano anche nuovi parcheggi, o in alternativa l´obbligo di corrispondere ai Comuni il 20 per cento in più in oneri di urbanizzazione».
Monguzzi - «La verità è che Boni è stato sconfitto. Lui aveva davvero l´intenzione di bloccare i condoni per sottotetti, però alla fine ha dovuto firmare un provvedimento che ricalca la vecchia legge dell´ex assessore Moneta: l´unica differenza è la restrizione dei tre anni, un beneficio che viene quasi annullato dalle troppe deroghe. Insomma, Boni ci ha creduto, ma in Regione ormai comandano cacciatori e costruttori...».
È così, assessore?
Boni - «In effetti avrei voluto che il blocco si estendesse per otto anni. Quello sarebbe stato il segnale politico forte da mandare. Ma abbiamo dovuto mediare con Forza Italia. La battaglia è stata dura, sono stato costretto a discutere con persone dal doppio cognome che chiedevano di fare i sottotetti anche negli stabilimenti e nei capannoni».
Allude al forzista Bonetti Baroggi, consigliere regionale e anche capo di gabinetto di Albertini?
«Veda lei, in Consiglio non sono molti quelli col doppio cognome. Posso solo dire che ricopre incarichi amministrativi non solo al Pirellone...».
Monguzzi - «Tra gli aspetti negativi di questa legge c´è anche quello estetico: dai tetti di Milano (perché l´impatto maggiore sarà sulle grandi città) continueranno a spuntare orribili funghetti. È questo lo spettacolo che Formigoni offrirà ai suoi illustri ospiti, dai capi di Stato in giù, dal ristorante del trentesimo piano del Pirellone».
Boni - «Monguzzi dimentica di dire che il progetto di legge contempla la valutazione di impatto paesistico. Su questo si devono muovere i Comuni, devono essere loro a vigilare, perché la Regione non può certo sguinzagliare gli sceriffi. Per quanto riguarda il discorso estetico, posso capire. Ma il mio compito è stabilire delle regole. Ho letto le osservazioni dell´architetto Beltrami Gadola su Repubblica, vorrei ricordargli che sono proprio i suoi colleghi gli autori di tante brutture. In ogni caso non è una preoccupazione infondata quella di chi paventa la modifica degli elementi architettonici della nostra regione. Prima, in assenza di regole, spuntavano come funghi palazzi con il tetto finto, solo appoggiato, in modo che fosse possibile costruirci ancora sopra. Adesso queste cose non si possono fare, per tre anni dalla data di costruzione dell´immobile».
Monguzzi - «Ma dopo sì. E questo è uno dei grossi limiti della tua legge».
Ritenete possibile pensare a modifiche del provvedimento, quando dopo le ferie il Consiglio comincerà a discuterlo per l´approvazione definitiva?
Monguzzi - «Noi riproporremo le ragioni che nel marzo scorso hanno convinto la maggioranza dell´assemblea a bocciare la norma sui sottotetti prevista dalle legge Moneta. L´opposizione sarà compatta, ma io ritengo che la Lega, come ha fatto l´altra volta, sarà coerente e ci verrà dietro».
Boni - «Io dico questo: la palla adesso passa al Parlamento lombardo, che ha tutto il diritto di presentare modifiche al progetto di legge. Se saranno migliorative, se cioè terranno conto di tutti gli interessi in campo, l´assessore è pronto a muoversi come vorrà l´assemblea regionale».
Ma che cosa significa «tenere conto di tutti gli interessi in campo»?
Boni - «Significa tenere la barra al centro. Significa non pensare due cose: tutti gli imprenditori nel campo edilizio sono ladri e tutti coloro che esprimono preoccupazione per il stato del territorio degli inguaribili sognatori. Ci vuole un passo indietro da entrambe le parti: io ho cercato di arrivare a questo, ma si può sempre migliorare».