LA STORIA

 

Piazzale Dateo, l´albero muore

 

Addio al cedro che ha lottato contro le ruspe

 

 

 

 

ALESSIA GALLIONE


Qualcuno si ferma anche a fotografarlo, il cedro di piazzale Dateo. Per continuare a ricordarlo così com´è. Così come è stato per cinquant´anni e forse più. Chi può saperlo. Perché per tanti, il vecchio cedro di piazzale Dateo sembra essere lì da sempre: solo, al centro della piazza, il tronco enorme che non si riesce a abbracciarlo nemmeno in due, la chioma che sale fino a venti metri e poi ridiscende a regalare ombra. Un albero forte, che sembrava resistere a tutto. Alla città che gli è cresciuta intorno, al traffico, ai lavori per il Passante ferroviario, che scorre lì sotto.
Un cedro ferito, a guardarlo adesso che è diventato improvvisamente fragile. Pericolante. Da quando la ditta che sta realizzando uno dei tanti parcheggi sotterranei gli ha scavato la terra tutto intorno. E lui è rimasto lì. In mezzo al cantiere, a rivaleggiare in altezza con la gru. Circondato dai pali, abbarbicato all´ultima zolla rimasta, come su uno scoglio. Perché ora, il grande albero del quartiere si è arreso. Il cedro ferito dovrà essere abbattuto, denuncia il verde Maurizio Baruffi. Perché facendogli il vuoto intorno, gli operai hanno scoperto che sotto quella chioma enorme e quel fusto gigantesco, passava la roggia San Gregorio. Che, secondo i loro calcoli, doveva essere stata deviata anni fa per consentire il passaggio della metropolitana. Ma non era così. Il cedro abbracciava con le sue radici la volta della roggia ottocentesca, ricoperta di mattoni. Radici diventate troppo fragili per resistere anche a questo scavo. Nessuno sa quanto durerà la sua agonia. Questione di ore o di giorni, perché la ditta ha già ricevuto l´autorizzazione ad abbatterlo, il grande cedro di piazzale Dateo. Che tutti vogliono continuare a ricordare cosi com´era.