SALVIAMO IL BOSCO DI GIOIA

 

Nel Bosco di Gioia c’era una casa di abitazione in via Melchiorre Gioia 39 (angolo a sinistra in basso nella foto) con annesso stabilimento ortofrutticolo dal 1880 al 1934 e poi un vivaio affittato a Elia Fumagalli fino al 2000.

Fu di proprietà di Angelo Longone, poi della figlia Emilia Longone in Sommaruga e infine della nipote Giuditta Sommaruga in Faini. Giuditta ebbe una figlia poliomelitica che morì nel 1941. La sua casa fu bombardata durante la guerra e mai più ricostruita. Giuditta, rimasta vedova, andò ad abitare in albergo e divenne molto pia.

Alla sua morte nel 1964 lasciò il terreno e altre proprietà all’Ospedale Maggiore di Niguarda e i suoi gioielli a varie chiese della zona. Nel testamento è indicata la condizione che "la proprietà di via Melchiorre Gioia 39, cioè la casa di abitazione con annesso giardino, non venga venduta né data in affitto, ma sia mantenuta fra le proprietà dell'Ospedale Maggiore, non solo ma venga bensì destinata ed adibita a scopi Ospitalieri, con Impianti di Terapia Fisica o come meglio crederà, per lenire le sofferenze dell'umanità, e che venga intestata in memoria di mia madre Emilia Longone vedova Sommaruga, portando il nome della stessa".

L’Ospedale fece dipingere dal pittore Bernardino Palazzi un quadro, come per tutti i benefattori.

Nel 1989 l’Ospedale Maggiore decise di vendere il terreno all’asta perché la zona, che nel 1980 era destinata a verde , era diventata edificabile; lo acquista la Cogefar per 20 miliardi di lire.

Il vivaio Fumagalli venne sfrattato e chiuse l’attività nel 2000: le piante nel terreno crebbero fino a creare un bosco con una radura dove c’erano le serre.

Vi sono ora in un’area di 12.000 mq quattro alberi di grandi dimensioni: un faggio, un faggio rosso, una magnolia, un platano, e 200 altre piante tra cui lecci, tigli, carpini, olmi, tassi, faggi, abeti, tuie, cipressi, bagolari, aceri, cedri in buone condizioni.

Il terreno viene compreso nel Programma Integrato di Intervento Garibaldi-Repubblica che si estende fino alla stazione di Porta Garibaldi e viene deciso di costruirci la nuova sede della Regione, che si estenderà anche sul vicino parcheggio di via Restelli.

Nel 2004 viene bandito un concorso internazionale che viene vinto dagli architetti americani Pei e Cobb insieme all’architetto italiano Caputo.

Il progetto prevede di distruggere il bosco per scavare due piani di parcheggi sotterranei per 700 auto su cui verranno piantati alcuni alberi in vasconi, 4 edifici a forma di serpentoni alti 11 piani per 3000 impiegati dei vari assessorati e un grattacielo alto 160 metri per la direzione generale e il presidente della Regione. Il Bosco di Gioia sarà sostituito da un giardino alberato di 200 mq per il presidente e tetti con cespugli sopra i serpentoni.

I tredici alberi più grandi saranno trapiantati entro fine novembre in aiuole del quartiere con una bassa probabilità di sopravvivenza mentre le altre piante saranno tagliate perché troppo vicine tra loro. Sulla strettissima via Algarotti è previsto l’ingresso e l’uscita del parcheggio sotterraneo e nessun verde.

Sul tetto degli edifici è previsto un eliporto per i viaggi del presidente, gli elicotteri passeranno sopra le case vicine (vedi il percorso di discesa sulle case tratteggiato e i decibel)

Gli abitanti del quartiere hanno presentato un ricorso al TAR contro il Programma di Intervento che non è stato ancora discusso; intanto la Regione ha ottenuto il permesso edilizio dal Comune e ha bandito una gara da 233 milioni di euro per costruire la nuova sede che verrà assegnata entro il prossimo marzo.

Rocco Tanica, tastierista del gruppo Elio e le storie teste, e Paolo Macchi del Comitato Giardino in Gioia hanno digiunato per un lungo periodo nello scorso aprile in un camper davanti al Bosco.

Sono state raccolte 16.000 firme per la salvezza del Bosco di Gioia che potrebbe essere ottenuta eliminando il serpentone lungo via Algarotti o costruendo la nuova sede della Regione in un’altro luogo, come molte aziende private che decentrano i loro uffici in periferia.

Una mozione presentata in Consiglio Comunale in giugno è stata respinta. La Regione non ha ancora discusso una mozione presentata da tutta l’opposizione. La provincia si oppone al taglio degli alberi ma ha pochi poteri. Il consiglio provinciale ha approvato un ordine del giorno e l’assessore al territorio Mezzi ha scritto una lettera alla Regione per tutelare gli alberi.

 

 

 

SALVIAMO IL QUARTIERE ISOLA, I GIARDINI DI VIA CONFALONIERI, LA STECCA DEGLI ARTIGIANI,

 

Dagli anni Ottanta è in corso un’offensiva speculativa contro il quartiere Isola. L’area lungo la vecchia ferrovia e dove c’era la stazione delle Varesine era stata destinata a verde dal piano regolatore del 1980 ma successivamente fu resa edificabile per costruire il nuovo centro direzionale.

Un primo piano fu annullato dal TAR su ricorso degli abitanti nel 1990, ma nel 1991 fu bandito un concorso vinto dall’arch. Nicolin.

Il piano urbanistico prevede:

·        sul lato nord la costruzione della nuova sede della regione e di un nuovo grattacielo del comune davanti a quello esistente, alti ambedue 160 metri,

·        sul lato sud vicino a Corso Como e alla stazione di Porta Garibaldi la costruzione di un albergo e di una serie di palazzi di 12 piani e un grattacielo di 30 piani ad uso ufficio (la cosiddetta Città della Moda: modello 1, modello 2),

·        sul lato ovest verso il quartiere Isola una serie di edifici residenziali e per uffici tra i 13 e i 19 piani, molto più alti delle case esistenti.

Nel centro dell’area viene previsto un parco di forma rettangolare grande circa 50.000 mq (come il parco Solari), con alberi molto costosi (la Biblioteca degli Alberi oggetto di un concorso internazionale), contornato da strade di grande traffico come via Melchiorre Gioia e via Don Sturzo. Un parco che sarà destinato essenzialmente al collegamento pedonale tra i vari edifici.

Il parco verrà costruito tra qualche anno, quando sarà completata la bonifica del terreno e la costruzione della nuova linea metropolitana 5, che andrà dalla Stazione di Porta Garibaldi a Cinisello Balsamo, i nuovi grattacieli si costruiranno invece subito.

E’ previsto inoltre di creare due strade che collegheranno via Volturno a via Melchiorre Gioia e viale Sturzo, creando un enorme traffico di attraversamento del quartiere Isola tra viale Zara e la circonvallazione dei Bastioni.

Per costruire gli edifici verso l’Isola sarà abbattuta la Stecca degli Artigiani, una ex-fabbrica utilizzata per attività artigianali, culturali e ricreative e i vicini giardini di via Confalonieri (foto 1, foto 2, foto 3), della superficie di 16.000 mq, mentre per costruire la nuova sede della regione sarà distrutto il Bosco di Gioia, della dimensione di 12.000 mq.

Nell’insieme verranno costruiti circa un milione di metri cubi di cemento, senza contare i grattacieli che verranno costruiti nell’area del lunapark delle Varesine. I costruttori saranno il gruppo americano Hines e il gruppo Ligresti che hanno acquistato tutti i terreni edificabili.

Gli abitanti del quartiere Isola hanno impugnato al TAR i progetti urbanistici ma la causa non è stata ancora discussa.

Sarà dato tra breve il permesso di costruire ad un palazzo della Milano Assicurazioni tra via de Castillia e via Confalonieri, alto 13 piani di cui 3 di parcheggio pubblico fuori terra.

Il progetto urbanistico sull’area della Stecca è stato invece bloccato dal Consiglio Comunale ma adottato da un commissario su ricorso dei privati.

Puoi leggere una nota sintetica del Comitati I Mille.