Intervista all'Arch. Paolo Favole, progettista del restauro e direttore dei lavori

 

 

 

Mi può dire qualcosa sulla storia dei Caselli ?

 

I Caselli di Porta Venezia sono stati progettati dall'arch. Giacomo Vantini di Castiglione delle Stiviere.

Nel 1826 gli Austriaci bandirono un concorso per la realizzazione di questa nuova Porta. Fino ad allora l'asse privilegiato era il Corso di Porta Romana perché andava verso Roma. Vi si svolgevano cortei e sceneggiature.

Con Napoleone l'asse principale diventa Corso Sempione, sulla strada verso la Francia. Con il ritorno degli austriaci dopo il 1815 la strada principale diventa Corso Venezia, da cui si andava a Monza e poi a Vienna.

Gli edifici di Corso di Porta Venezia sono infatti dell'800.

Vantini aveva allora 30 anni, era uno sconosciuto a Milano.

 

 

Perché ha vinto il concorso ?

 

Probabilmente perché ha proposto di non costruire un arco, come si era fatto fino ad allora nelle altre porte che sembrava un simbolo di tradizione italiana. Al concorso parteciparono ben 26 progettisti: si trovano delle cronache mentre sono noti solo pochi progetti sparsi in vari archivi. Gli altri concorrenti proposero un arco, lui ha proposto due caselli monumentali e la cosa è piaciuta agli austriaci così tanto che nelle porte costruite successivamente in Porta Tosa (ora Piazza 5 Giornate) e Porta Tenaglia (ora Porta Volta) è stato seguito lo stesso modello.

Purtroppo nell'archivio di Vantini a Brescia non si è trovato il progetto originale.

 

 

Cosa avete trovato nei lavori di restauro ?

 

Nel casello verso i Bastioni abbiamo trovato al piano terreno una grande colonna che era nascosta nei muri costruiti successivamente. E' al centro di un salone, che serviva per ricevere le persone importanti. Al primo piano c'erano gli alloggi della truppa, avevano finestre sul porticato, in cui sono state trovate persiane a scorrimento nel muro che ricostruiremo come erano.

Abbiamo trovato un pozzo che riforniva il personale del dazio, murato dalla costruzione della Metropolitana.

Abbiamo ritrovato tutte le volte e le restaureremo. Le porte con le finestre erano invece tutte quadrate, ma sopra c'è un lunotto ad arco.

Dal punto di vista statico il Vantini ha fatto un ottimo lavoro e gli Austriaci non hanno badato alle spese. Sono stati gli scavi della metropolitana ad andare troppo vicino alla struttura che ne ha risentito. L'uscita del metro verso viale Majno è vicinissima ad un Casello.

Tra i due caselli c'era una grande inferriata, e due inferriate più piccole li collegavano alle mura.

I carri e le persone entravano in mezzo, i carri venivano ispezionati nei portici verso Corso di Porta Venezia.

Le garitte erano sotto il portico.

 

 

Come sarà l'aspetto esterno dei Caselli ?

 

Le colonne sono in granito rosa di Baveno e le ripuliremo. Sono molto belle e fatte di soli due pezzi.

Sulle facciate fino all'altezza di 3 metri è stata utilizzata la pietra di Viggiù, un'arenaria grigia. Negli anni 60 è stata tutta verniciata e dovremo togliere la vernice con gli impacchi, un grosso lavoro di restauro.

Sopra c'è l'intonaco e abbiamo scoperto con la stratigrafia che era di un colore ocra rosato. Questo sarà il "nuovo" colore e sarà un po' uno shock per i milanesi, che sono abituati a vedere i Caselli tutti grigi.

Vi sono poi in alto dei bassorilievi in marmo di Carrara che sono stati attaccati dal tempo sul lato interno: (il Carrara si sbriciola all'interno) dovremo riempirli con materiale sintetico.

 

 

 

Come sarà usato l'interno ?

 

Il Casello verso i Bastioni sarà utilizzato come museo e biblioteca del pane e per piccole riunioni, quello verso viale Majno per la scuola di panificazione, per alcuni uffici dell'Associazione Panettieri e per un presidio della Polizia, per l'ufficio notturno di collocamento.

Al secondo piano vi è un locale alto 6 metri in cui costruiremo un soppalco centrale di vetro. Il controsoffitto sarà in legno a vista e si potranno vedere da sotto le grandi lastre di granito della terrazza.

 

 

Quando finiranno i lavori e come mai c'è voluto tanto tempo ?

 

I lavori saranno ultimati nel luglio 2003, sia all'interno che all'esterno. Poi ci sarà l'allestimento interno e l'inaugurazione dovrebbe avvenire a Sant'Ambrogio 2003.

I lavori nell'interno sono iniziati solo a marzo di quest'anno con l'assegnazione dei lavori alla Ditta Bonati. Per il restauro esterno l'appalto non è stato ancora assegnato, dovrà essere dato ad una ditta specializzata in questo tipo di attività e sarà assegnato a giorni.

Dall'aprile 2000 a fine anno sono stati fatti i rilievi (3 mesi) poi i monitoraggi delle rotture, le prove chimiche (che richiedono mesi), l'eliminazione delle moltissime aggiunte.

Il 2001 è stato occupato dalle pratiche burocratiche di autorizzazione dei lavori: Soprintendenza, ASL, concessione beni ambientali e concessione edilizia hanno richiesto 10 mesi giusti.

La Sovrintendenza ai Monumenti ha approvato il progetto esecutivo solo a marzo di quest'anno.

Quando abbiamo iniziato i lavori c'erano 20 persone che abitavano abusivamente nel Casello verso viale Majno. Avevano riempito molti locali di letame umano, ci sono voluti 4 container per portarlo via.

Ora i lavori proseguono secondo i piani.

Forse è difficile spiegare i problemi che si pongono in un'opera di restauro così complessa.