Riapriamo il Diurno Venezia !

 

 

Cosa succede agli Alberghi Diurni di Milano?

Il Diurno Cobianchi di Piazza Duomo, costruito nel 1924 sotto via Silvio Pellico insieme ad altri nelle principali città d’Italia, sta per essere trasformato in Ufficio Informazioni del Comune e Internet Point, dopo che sono stati distrutte a martellate dalla stessa impresa che sta restaurando la Scala le bellissime vasche in ceramica, le piastrelle bianche e azzurre, i sanitari, e sono spariti misteriosamente i mobili della Ditta Bega di Bologna, le sedie del barbiere e le rubinetterie.

Il progetto dell’Arch. Benevolo prevede di ricostruire i mobili secondo le fotografie disponibili e di restaurare il poco che è rimasto dei rivestimenti in legno delle pareti ma i bagni sono spariti. Almeno i più belli potevano essere conservati come testimonianza dell’uso del luogo ma la cosa non interessava al Comune né alla Sovrintendenza di Milano.

Una mia lettera di protesta per questo scempio ha provocato un dibattito nella Commissione Demanio del Comune e due sopralluoghi dei consiglieri comunali, uno al cantiere del Diurno Cobianchi ed uno al Diurno di Porta Venezia, costruito negli stessi anni dal Cav. Troiani in stile moresco.

Avevo chiesto nella lettera che almeno il Diurno Venezia venisse restaurato e conservati i bagni di lusso. Lo abbiamo trovato in avanzato stato di degrado: è ancora aperta la bottega di barbiere del sig. Ajello che tiene pulito il salone delle botteghe, ormai invaso dall’umidità che filtra dalla strada e dai lucernai malandati. Le altre botteghe stanno marcendo, molti mobili sono stati portati via nel 1997, la zona dei bagni è piena di umidità e calcinacci. Alcuni bagni di lusso sono ancora visitabili, con le loro piastrelle colorate e le loro vasche in maiolica del periodo Liberty.

Negli anni ci sono state molte idee per il recupero del Diurno Venezia ma i soldi mancavano sempre. Eppure per il Cobianchi il Comune ha stanziato 7 miliardi, per il Diurno Venezia ne basterebbero 3.

La Provincia, il cui Assessorato alla Cultura si affaccia sulla piazza, voleva trasformare il salone in museo del cinema e i bagni in archivio della Cineteca Italiana, che proietta i suoi film nello Spazio Oberdan. Il Comune era interessato ma poi non se ne è fatto niente perché i lavori dovevano essere finanziati con la costruzione di box che non ci stavano nella piazza.

Il Consiglio di Zona aveva proposto una beauty farm o in alternativa dei bagni termali con acqua proveniente da Terme della Lombardia, che avrebbero avuto un punto espositivo.

Dopo il sopralluogo il Consigliere dei Verdi Baruffi ha proposto il restauro conservativo del Diurno con i ricavati del Gioco del Lotto ma la decisione dipende dal Ministero dei Beni Culturali, su proposta della Sovrintendenza di Milano.

Riuscirà Milano, che tutto distrugge, a salvare un ricordo della sua storia del millenovecento e a riutilizzarlo in modo degno ?

 

Michele Sacerdoti

www.msacerdoti.it